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Fino all’inizio del
xx sec. l’urologia è stata una parte integrante se non prevalente della
chirurgia e della medicina; la litotomia dopo le amputazioni, è stato uno degli
atti chirurgici più antichi e diffusi, Ippocrate stesso nel suo
giuramento ne parla proibendone l'esercizio ai suoi discepoli; la
troviamo citata nel libro ”Lithotomia Vescicae” di Fabricius Hildanus, poi
nelle tavole del catalogo di strumentazione
medica di Diderot D’Alembert; sappiamo che è stata praticata con un
buon successo dai “Norcini”, chirurghi "empirici" di Preci,
famosi in tutta Europa per la loro abilità negli interventi di
cataratta e di litiasi vescicale o “Mal della Pietra”. |
A lato una stampa (copia) tratta dall'enciclopedia di Diderot e D'alembert
- Tav.XIII |
Fig.1 Bistouri pour la
taille de M. Foubert |
Fig
2 Cannule flexible |
Fig.3 Le peronee où la
direction de l'incision extérieure est marquée |
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Stampa originale
tratta dall'Enciclopedia di Diderot D'Alembert con strumenti per
la litotomia
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Stampa
originale del 1820
Abraham Rees, Longman, Hurst, Paternoster, London. |
Fig. 1. Mr. Earle's
stone breaker, 2. Scoop, 3. Mr. Bell's staff, with the groove on
the side, 4. Mr. Burn's knife and staff, 5. Mr. Hunter's knife,
6. Mr. Cooper's knife, 7. Mr. Blizard's knife, 8. Frere Cosmes
Bistoire Cache, 9. Screw, by which the distance to which blades
shall move out may be best regulated. |
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Non bisogna dimenticare l’importanza diagnostica attribuita per centinaia d’anni
all’esame delle urine, questa metodica era conosciuta e praticata fin
dai tempi dell'antico Egitto; il colore delle urine era il più importante e codificato
mezzo diagnostico. Vedi anche "Laboratorio
- Ematologia"
Le
urine erano raccolte in recipienti di vetro molto trasparente, di forma allungata
ed a collo svasato chiamati matule, la lettura delle urine avveniva
osservandole per trasparenza in controluce.
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Da una
miniatura medioevale:Costantino l'Africano pratica l'uroscopia. |
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Storia Illustrata
Dell'Urologia
Come per le altre
pagine mi limito al commento degli strumenti della collezione rimandando
per approfondimenti ai molti siti web sull’argomento; segnalo:
www.neuro-urologia.it
"Articoli" - “Breve Storia e Curiosità dell’Urologia Italiana” ed il volume
“Storia Illustrata dell’Urologia”di René Kuss e Willy Grégoir – ed.
Editimme.
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Essai Analytique Contre la
Nature Syphilitique de la Gonorrhée Dite Virulente - 1810
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Libro autografato. |
Hernandez Joseph
François, nato a Tolone nel 1769 studia medicina e
contemporaneamente si dedica alla carriera marittima; conosce
Napoleone Bonaparte e questo incontro dà inizio alla sua ascesa
politica parallelamente a quella medica. Nel suo "Essai Analytique.."sostiene
la netta divisione tra la malattia sifilitica e quella
gonorreica: "..opinion formelle sur la non identité des virus
gonorrhoique et syphilitique." Muore di colera nel 1835.
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Uretrotomo di Jacques Maisonneuve 1809 - 1877. Questo strumento
costruito dalla Ditta Chas Willms probabilmente all’inizio dl 1900 è
composto da una candeletta guida flessibile, da una sonda metallica
portalama e da una serie di 7 lame di differenti dimensioni; era
utilizzato per aprire le stenosi dell’uretra. Il procedimento consisteva
nello spingere la lama attraverso la scanalatura guida della sonda,
nell’incidere l’uretra sino all’apertura della stenosi e nel tenere
quindi i bordi separati mediante un sondino lasciato in situ alcuni
giorni sino alla cicatrizzazione della zona incisa. L'immagine a lato
è tratta dal catalogo Guyot.
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Cartelle con strumenti urologici |
Le malattie veneree
molto diffuse nei tempi passati (vedi il volume sopra), provocavano spesso delle gravi uretriti con
conseguente problema di stenosi.
Per
vincere le ostruzioni Pierre-Jules Béniqué (1806-1851) ideò delle
candelette uretrali di diametro crescente che presero il suo nome;
all’origine erano d’argento per la supposta attività antisettica di
questo metallo e di peltro, meno costoso e più malleabile; la duttilità
di quest'ultimo metallo permetteva di curvarle a seconda della necessità; solo più
tardi furono sostituite da dilatatori in metallo nichelato o cromato.
Sopra Béniqués in peltro non marcati - 1850 ca.
- a lato un'incisione di Alghisi Tomaso sull'uso di questi
strumenti
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Set Dilatatori Uretrali in peltro Charrière
- Set Cathéters Béniqués en étain Charrière - Set Urethral
dilators Charrière |
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Immagine tratta dal catalogo
Charriére del 1854; il dilatatore è indicato come "Bougie en
étain". |
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Strumento in ottimo stato di
conservazione con scala graduata - lunghezza 31 cm. Le 2 lame sono in
acciaio, la manopola ed il quadrante sono in ottone. Non presenta tracce
di nichelatura o cromatura. Probabilmente è della seconda metà del 1800.
La foto accanto al titolo è tratta dal catalogo Armstrong del 1901.
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Strumento molto simile al precedente
e prodotto probabilmente dalla stessa fabbrica - lunghezza 31 cm. Le
lame sono nichelate, la manopola ed il quadrante (senza scala graduata)
sono in ottone. L'articolazione delle lame avviene all'interno delle
stesse; nel precedente dilatatore vi sono invece delle spinette
ribattute all'esterno che potevano provocare delle abrasioni all'uretra. Anche questo si può collocare verso la fine
del 1800.
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Dilatatore uretrale di Oberlander
corrispondente alla figura 5442 del catalogo Armstrog. Questo strumento,
oltre alla dilatazione permetteva anche il lavaggio vescicale.
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Lo strumento
progettato da Kollmann verso la fine del 1800 ha permesso una dilatazione
meno traumatica e più graduale rispetto alle candelette; ha ottenuto subito un grande successo ed
è stato
utilizzato per tutta la prima metà del XX° sec.
Questo dilatatore è
un piccolo gioiello di tecnica meccanica: è costituito da 4 lame che si
allargano in modo simmetrico per l’azione di una manopola
provvista di indice.
Nella foto un
dilatatore di Kollmann diritto con cannule per l’irrigazione - Ateliers
Gentile - France.
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Piccolo dilatatore uretrale femminile
(20 cm); l' apertura che avviene solo sull'asse verticale, si ottiene
mediante la rotazione della farfalla. E' uno strumento molto raro, prob.
fine 1800.
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In assenza di mezzi ottici non era
facile individuare la posizione e la dimensione di un calcolo; si
penetrava perciò alla cieca attraverso l’uretra cercando di afferrarlo e
di frantumarlo a colpi di martello.
Negli "Annali Universali di Medicina
del 1876 ( vedi sopra) vi è la descrizione di un intervento di
litotrissia; l'autore dichiara che sono stati necessari più di 200 colpi
di martello prima di riuscire a ridurre il calcolo, il tutto ovviamente
senza anestesia (...ma sembra che il paziente non si sia lamentato...!)
La prima immagine è tratta da "Dr. Jozan's
Practice Of Diseases Of The Urinary Organs". Il litotritore
dell'illustrazione è molto
simile a quelli pubblicati più sotto.
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Gli strumenti
pubblicati sono di due diversi calibri; sono stati costruiti dalla ditta Carlo Lollini
di Bologna e risalgono
alla seconda metà del 1800; le immagini a lato del titolo, sono tratte dal catalogo Galante del 1885
e dal catalogo Cateteri uretrali rigidi Mathieu del 1907.
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Litotritore marcato Charrière di
Parigi provvisto di una chiave che permetteva una presa provvisoria del calcolo. Questo veniva poi frantumato con il martello
come si può vedere dalla figura sopra. E' identico agli strumenti della
ditta Carlo Lollini di Bologna.
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Ammesso che la frantumazione dei
calcoli avesse avuto successo, si poneva poi il problema
dell'evacuazione dei piccoli frammenti. Il Prof. Jean Casimir Félix
Guyon (1831-1920) uno dei padri dell'Urologia Francese ideò un
aspiratore che ebbe una certa diffusione.
A lato un'immagine dell' "Aspirateur
des Graviers du Prof . Guyon" tratta dal catalogo Guyot del primo
1900. |
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Gli antichi cateteri
uretrali erano imperativamente d’argento puro (ex optimo argento) come si può leggere nella
pagina ”Lithotomia Vescicae” di Fabricius Hildanus (1627) perché si
pensava che questo metallo avesse poteri antisettici. In tempi più
recenti si è ricorsi a metalli meno costosi e non facilmente ossidabili;
il maillechort è fra i più usati.
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Cateteri uretrali della ditta
JAS. WOOLLEY SONS di Manchester. - 1870 ca.
Il set è composto da 4 cateteri
(argento?) di differenti diametri e da una sonda uretrale marcata in
pollici. |
Per fare ordine nelle sonde uretrali
L. Gaillard e la ditta Charrière progettarono e misero in commercio uno
strumento che permetteva di definire e di standardizzare i diametri dei
cateteri sopratutto dopo l'avvento di quelli in
gomma.
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Uno dei bisogni più
sentiti nella diagnosi e nella terapia urologica fu di poter osservare
l’interno dell’uretra e della vescica ma questa necessità si scontrava
con l’impossibilità di ottenere delle sorgenti luminose abbastanza
potenti.
Si
tentarono molti mezzi, si provò con un gioco di specchi e la luce di
candele poi con l’illuminazione di una lampada a petrolio convogliata da
uno specchio frontale (vedi foto) ma i risultati furono sempre
deludenti.
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Heurteloup, l’inventore dello
scarificatore temporale arrivò persino a proporre uno strumento
endoscopico che sfruttava la luce delle lucciole! |
Al di là dell’assurdità della
proposta bisogna però ammettere che si evidenziava la necessità di una luce
fredda. |
Con la diffusione dell’elettricità si
costruirono infatti alcuni endoscopi che per illuminare le cavità
usavano un filo di platino, questo veniva introdotto nella vescica
insieme al sistema ottico e per mezzo di una pila veniva reso
incandescente; i risultati furono disastrosi: le ustioni interne prodotte dal filo
arroventato evolvevano spesso con la morte del
malcapitato paziente. |
Nel
1905 la produzione di
lampadine miniaturizzate con filamento metallico ed il
miglioramento del sistema ottico messo a punto da Zeiss permise alla
fine di costruire dei cistoscopi che davano delle buone immagini senza
provocare ustioni.
Con l'avvento delle fibre ottiche tutti
questi strumenti sono stati abbandonati e stanno diventando ormai pezzi da museo. |
Bacheca con cisto-uretroscopi di
varie marche: American Cysto Makers pediatrico - Kastel -
Kastel 1 - Kastel 2 - American Cysto Makers f 22 marcato ditta Gentile.
http://www.ieanet.it/endourologia.do |
3 Pinze flessibili per frantumazione
dei calcoli o per biopsia vescicale; erano introdotte nella camicia del cistoscopio - Catalogo SAMO con pinze flessibili - Pinza rigida con
cistoscopio American Cysto Makers. |
Come già detto in precedenza, le
malattie genito-urinarie erano molto frequenti, la sifilide e la blenorragia
erano le più comuni; le terapie erano empiriche e consistevano in cataplasmi o in irrigazioni interne di
soluzioni varie; una delle più usate era a base di permanganato di potassio; per l'introduzione di farmaci
nell'uretra e nella vescica si faceva ricorso alle siringhe uretrali (Vedi
anche Siringhe)
munite di un beccuccio conico che veniva applicato direttamente al meato
urinario. |
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Dal Dictionnaire
de Médecine Pratique (1897) la formula del Dottor Hamonic per
iniezioni uretrali nella terapia della blenorragia. |
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Questo è il tipico corredo che un
ammalato di blenorragia portava con se durante tutto il
periodo di terapia. Come è possibile leggere più sopra il paziente
doveva iniettarsi più volte al giorno nell'uretra, delle soluzioni
antisettiche ed antinfiammatorie; il contenitore
in legno permetteva un trasporto protetto e discreto della fragile
siringa. |
1930 ca. - Confezione
monouso. Si raccomandava di usare la pomata antiluetica dopo un
coito a rischio; l'opuscolo era stampato su carta oleata perché oltre a
contenere le istruzioni per l'uso, serviva anche come bendaggio
occlusivo per avvolgere il membro dopo che la pomata era stata
applicata.
Vedi anche:
Farmacia Pomata
antiluetica
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La sifilide era per i nostri
antenati, l'equivalente dell'AIDS per noi oggi.
Purtroppo allora non era curabile e
portava dopo vari stadi alla morte del paziente sempre che lo stesso non
fosse morto prima in seguito alle dirompenti terapie mercuriali a cui era
sottoposto.
Esistevano però dei farmaci miracolosi
che assicuravano una completa guarigione: la pubblicità a lato ne è un
esempio.
Purtroppo gli speculatori e
gli sciacalli sono sempre esistiti
!!
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Questa incisione del
1689 tratta dall’opera di Steven Blankaart “Die Belagert und
Entsetze Venus” (National Library of Medicine , Bethesda) mostra
alcuni ammalati di sifilide nei diversi stadi della malattia.
Nell'incisione è
anche evidenziata la terapia a base di mercurio: inalazione di
vapori, pozioni e bagni.
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Strumento per la
misurazione della densità delle urine: è essenzialmente un aerometro
cioè un galleggiante a peso calibrato che, posto in un recipiente
contenente le urine da testare affonda fino alla profondità determinata
dal peso specifico del campione;
attualmente il termine urinometro è usato anche per indicare le sacche di
plastica, utilizzate per la raccolta e la misura della
quantità giornaliera delle urine dei pazienti. |
L'urinomètre della collezione è di
provenienza francese e dovrebbe risalire all'inizio 1900, dato che la
densità di un liquido varia in funzione della temperatura, questo
strumento è tarato per misurare la densità dell'urina a 15°C - A lato
immagini di urinometri tratte dal catalogo Armstrong (1901)
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Per mantenere più a lungo il contatto
del farmaco con le mucose interne, dopo l'introduzione del liquido se ne bloccava il reflusso con
un compressore uretrale. |
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Cannula uretrale con protezione del Dr. Tuffier, la parte conica veniva introdotta nel meato urinario;
lo scudo poteva essere di vetro o di metallo. |
Cannule uretrali in vetro di vario tipo, vedi
catalogo Rainal Frères. |
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Cistometria.... |
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