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Maschera Skinner - Skinner mask (non fa più
parte della collezione) |
Maschera Skinner, ne rimangono pochi esemplari; è la prima maschera a struttura metallica per
etere ideata nel 1862 da Thomas Skinner (Edimburgo 1825-1906, omeopata e
ginecologo-ostetrico), rara.
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Maschera usata sopratutto
per cloroformio, progettata
da Johann Friedrich August von Esmarch
(1823-1908) modificando la maschera di
Skinner; la fiaschetta con dosatore è bombata su un lato e piatta
dall'altro per facilitare il suo inserimento all'interno della maschera per un
più facile
trasporto. |
Maschera Ochsner
(non fa più parte della collezione) |
Maschera
Ochsner
modificata da etere o cloroformio, marcata ANDERSON Germany; è uno strumento
che non ha avuto molto successo probabilmente a causa dell'impugnatura laterale.
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Due maschere progettate da
Sidney Yankauer nel 1910 -
una è marcata "Stevens- made in Germany", l'altra non porta
indicazioni.
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Maschera disegnata da
Carl
Schimmelbusch nel 1890 a Berlino ed usata per molti anni successivi. La prima è
la più antica, quella a lato è un modello posteriore. Poteva essere usata indifferentemente per anestesie con etere o con cloroformio.
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Maschera
nasale
(non fa più parte della collezione) |
Maschera
nasale per anestesia in metallo zincato molto
spartana ma non artigianale. Sembra fosse usata per anestetizzare i
feriti sui campi di battaglia in attesa del loro recupero e trasporto.
Le compresse interne venivano irrorate di anestetico attraverso il foro
tondo. Questo raro oggetto faceva parte del corredo medico del Dr. Monroe Kneeland (Missouri
- classe 1898).
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Maschera Junker
(non fa più parte della collezione) |
Apparecchio ideato da
Ferdinand Junker (1828 - 1901) nel
1867 e realizzato dalla Allen & Hanburys - London. La
peretta di gomma (poire Richardson) faceva
gorgogliare l'aria nel cloroformio contenuto nella bottiglia, i vapori venivano
poi convogliati
ad una maschera applicata al viso del paziente.
L'erogatore Junker era abbinato alla maschera di
Page (Millikin & Lawley - London)
che era provvista all'interno di piccoli fori da quali usciva
l'anestetico. Raro.
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A lato un altro erogatore
di Junker
più recente e più elaborato prodotto dalla Ditta
Galesi
di Milano.
I due fori laterali nella
custodia permettevano l'uscita dei tubi
di gomma.
(non fa più parte della collezione)
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Contenitori per anestetici |
Dal volume "Distillation des Bois" -
Masson ed. 1894 sono state tratte alcune pagine nelle quali è illustrato
il metodo di estrazione del cloroformio partendo dall'acetone, quest'ultimo
ottenuto dal "pyroligneux condensé" derivato dalla distillazione del
legno. |
Erogatore goccia a goccia
per etere o cloroformio, di lato l'immagine tratta da "Larousse
Médical Illustré"che mostra come veniva usato questo strumento.
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1 |
2 |
3 |
1- Contenitore
metallico CHLORETYLE BENGUE BREVETE S.G.D.G.
2- Flacone
con tappo dosatore per Kelene
(Ethyl Chloride (C2H5Cl)
3- Flacone Cloruro di
Etile - Icasa Trieste
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Apparecchio per anestesia con etere ideato da
Louis Ombrédanne (1871- 1956) nel
1908 ed usato per molti anni successivi marcato COLLIN; il "palloncino" è ottenuto da una
vescica di maiale opportunamente trattata. E' un apparecchio molto ricercato dai
collezionisti.
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Maschera di Ombrédanne con piede
metallico per appoggiare l'apparecchio a lato del paziente; marcato SOC.
AN. ROTA - CHIRURGIA - TORINO. A lato immagine tratta dal catalogo SAMO.
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Apparecchio di Ombrédanne con
maschera ad innesto diretto; marcato INVERNIZZI - ROMA |
Maschera Bennett
(non fa più parte della collezione) |
Raro inalatore nasale di
Bennett
per etere o cloroformio marcato Hartz & Co - Detroit; primo 1900. Il cotone contenuto all'interno del cilindro
era impregnato di liquido anestetico, la parte terminale veniva aperta per permettere il
passaggio dell'aria e i vapori erano inspirati attraverso i 2 coni nasali. Vedi:
http://www.phisick.com/a1maninh.htm
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The Duke University
Inhaler |
Due maschere per analgesia con Trilene (Tricloroetilene) prodotte dalla
Ditta "The Duke University
Inhaler" - Ayerst Laboratories; la prima Model M, la seconda Model
N252.
Questo tipo di inalatore, come quelli pubblicati più sotto, era usato
prevalentemente in campo ostetrico per l'autosomministrazione di Trilene
durante il travaglio; era legato con una catenella al polso della
partoriente che poteva usarlo quando il dolore diventava eccessivo (1950
-1960)
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Una ditta
Inglese fondata nel 1949 da W. Jones e W. Edmondson costruì l’inalatore
Cyprane modificando in parte il Duke ( vedi sopra dell’Ayerst Laboratories.
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Maschera
Columbus
per anestesia con Tricloroetilene; prestazioni ed indicazioni del tutto
simili a quelle del Duke e del Cyprane - Germania
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Erogatore per Vinestrene
(non fa più parte della collezione) |
Erogatore per
Vinestrene
, 1940
ca. - La seconda immagine è tratta dal sito www.nda.ox.ac.uk/museum/ per
gentile concessione del
Dr. Duncan Young.
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Erogatore apribocca Davis |
Erogatore ideato da
Davis nei primi anni del 1900
per l'anestesia degli interventi orofaringei; svolge
diverse funzioni: oltre a permettere la somministrazione di anestetico, è un
sicuro apribocca ed un efficace abbassalingua. L’esemplare pubblicato ha 2 lame abbassalingua intercambiabili di misure
differenti; a lato delle lame è visibile il piccolo tubo per
l'erogazione dei gas anestetici.
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Prima dell’avvento
della vaccinazione la difterite ha fatto
innumerevoli vittime soprattutto tra i bambini. Un testo della fine del
1800 parla di una mortalità
attorno al 60-70%. Il
trattamento locale dell’angina difterica era fatto con toccature di
nitrato di argento, di acido cloridrico e con l’eliminazione delle
pseudomembrane per mezzo di pinze apposite. Come ultimo intervento, per evitare il
soffocamento del paziente, si passava alla tracheotomia con l'applicazione della
cannula di Krishaber.
Questo strumento ha permesso di salvare
molte vite. |
Due immagini dell'intervento di
tracheotomia tratte da "CHIRURGIE D'URGENCE " F.Lejars - Ed. Masson
Paris - 1913 |
Set per tracheotomia marcato
Collin composto da 4 cannule tracheali, una pinza dilatatrice di Laborde e
2 divaricatori |
Strumento per la tracheotomia preliminare
marcato Collin di Butlin-Poirier |
Sopra pinza per false membrane e
cannule tracheali in argento. A lato immagini da catalogo di strumenti
per la tracheotomia |
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L'interessante quadro di
Chicotot
(1904) intitolato:
"Le Tubage" fissa un momento
drammatico.
Il piccolo paziente ammalato di
difterite viene intubato con uno strumento del tutto simile a quello
pubblicato più sotto.
(Musée de L'assistance Publique -
Hôpitaux de Paris)
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Set per intubazione di
O'
Dweyer marcato SIMAL composto da 5 tubi in metallo dorato di differenti dimensioni,
da un
introduttore, da un'estrattore e da un apribocca.
L' immagini è tratta dal catalogo DUTAR inizio 1900.
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Le Croup
Interessante libro sulla
difterite edito a Torino in lingua Francese nel 1808.
Il libro è una rassegna dei lavori
clinici sulla difterite inviati al Ministro degli Interni dell'epoca per concorrere
al premio indetto da Napoleone I.
Contiene anche un allegato di 8 pp. di
Michele Boniva (1761 - 1834) importante medico e veterinario piemontese.
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Trattato di Medicina - Difterite
Crup - Charcot, Bouchard, Brissaud. |
In queste pagine del Trattato di
Medicina del 1894 vengono
esposte le tesi a favore o contro l'uso della tracheotomia piuttosto che
dell'intubazione. Queste metodiche alleviavano gli angosciosi attacchi
di dispnea degli ammalati ma come è ben evidenziato nel testo erano per
la maggior parte dei casi degli interventi palliativi.
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Stampa originale del 1782
tratta dall'Enciclopédie Méthodique
di
Charles Joseph
Panckoucke con strumenti per la broncotomia.
Immagini:
1 - 2 - 3 - 6.
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Apribocca
- Ouvre-bouche (strumenti
usati anche in Otorinolaringoiatria) |
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Apribocca di
Lorenz Heister
(1683) usati ancora recentemente. |
Apribocca in legno duro;
introdotto tra i denti
e ruotato apriva gradualmente la bocca per mezzo del solco a
spirale.
Pitha (1810 - 1875)
o Maunder. |
Immagine tratta dal catalogo
E. GUYOT (1907ca) |
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Apribocca di
Whitehead
antico modello - Catalogo Duffaud |
Apribocca di
Siemann Suffert
- A lato catalogo Duffaud (inizio 1900) |
Apribocca tipo
Collin
; a lato immagini del catalogo Mathieu |
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Due apribocca a
cremagliera,
prima metà del 1900. |
Cannula da intubazione per anestesia
di Mayo. Immagine tratta dal
catalogo Collin & C. - inizio 1900. (vedi
correzione)
Il dott. Jean Bernard Cazalaà Presidente
della Char (Club de l'Histoire de l'Anesthèsie et de la Réanimation)
https://char-fr.net/ mi ha segnalato che è non è esatta
l'attribuzione della cannula a Mayo, questi non ha inventato nessuna
cannula; nello stesso errore sono incorsi tutti i cataloghi dell'epoca.
L'inventore di questa cannula è in realtà Miller (1918)
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Cannula da intubazione per anestesia
di
Mona Roberts
-
Immagine tratta dal
catalogo "The Surgical Manufacturing"
(vedi correzione)
Sempre
su segnalazione del dr. Jean Bernard Czalaà: la cannula di Mona è da
attribuire a Connel (1913) |
Apparecchio di rianimazione
portatile, è composto da una maschera, da un pallone e da 3 piccole
bombolette di acido carbonico; è incredibile la quantità di indicazioni
suggerite: si va dal singhiozzo, all' avvelenamento, alla rianimazione
dopo narcosi, all'asfissia ecc. |
Apparecchio di rianimazione di
provenienza militare
probabilmente degli anni 1950-60 marcato Resuscitatiors (?) MOD 4102 |
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Due corazze salvadito articolate;
servivano a proteggere il dito del medico dai morsi del paziente...... Se non
fosse perché questi strumenti erano spesso usati in situazioni drammatiche
verrebbe veramente da sorridere.
L'immagine a lato è tratta dal volume: "OUTILS
DE LA SANTE' ET MEDECINE D'AUTREFOIS" .
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Questo strumento è anche
riportato nell'Enciclopedia Medica Italiana (1880)ed è segnalato come
"dito metallico del Trousseau". |
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Sopra :vari modelli di abbassalingua rigidi,
antichi e moderni in legno, in ebonite e in metalli diversi.
A lato: abbassalingua angolati, rigidi ed
articolati.
Immagini catalogo E. Guyot (1907 ca)
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Antico abbassalingua in
avorio o osso. |
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Francobollo emesso dall'Austria in
occasione del 7° Congresso di Anestesia tenuto a Vienna nel 1986.
La Mandragora è una pianta tossica e
"magica" che possiede numerosi
principi soporiferi ed anestetici;
Ippocrate la consigliava in associazione
all'oppio per sedare ed addormentare i malati, più tardi
Plinio
aggiunse alla mandragora ed all'oppio anche il giusquiamo per alleviare
il dolore degli interventi chirurgici:
"Bibitur
ante sectiones et puntiones ne sentiantur".
Nel
XII sec, i monaci di Montecassino con la Scuola Salernitana e Michele Scoto 1175 - 1223 (alchimista e
consigliere di Federico II di Svevia ), proposero la "spongia
soporifera": una spugna marina o in alternativa una pezza di tessuto,
imbevuta con i succhi di Mandragora, di Oppio e di Giusquiamo che veniva
posta sotto il naso del paziente; questi si
addormentava non tanto per i vapori ma perché il liquido scendendo in
bocca, veniva ingoiato ed assorbito (.. e spesso induceva un sonno
eterno..).
L'immagine del francobollo riproduce un antica
miniatura medioevale in cui si evidenzia il metodo di estrazione della
Mandragora dal terreno: dopo averne liberato le radici con uno scavo,
bisognava legare alla pianta un cane affamato, si poneva poi una ciotola
con del cibo ad una distanza tale per cui l'animale per arrivarvi
dovesse dare dei forti strattoni alla corda fino ad estirpare la radice
dalla sua sede; nella pianta
però secondo la tradizione,
risedeva un demone addormentato che risvegliatosi per lo strappo,
avrebbe emesso un "urlo" che avrebbe immediatamente ucciso il cane, la
stessa sorte sarebbe toccata al contadino se non si fosse allontanato
velocemente proteggendo le orecchie con le mani.
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Farmacia.
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