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"Mèdecine
Domestique"
ou Traité Complet Des Moyens de se conserver en santé, & de guérir les
Maladies, par le régime & les remedes simples.
Par G. Buchan, M.D du college Royal des Médecins d'Edimbourg. Trad. J.D.
Duplanil - 1780
In questo
interessante articolo tratto da "Médecine Domestique" del 1780, si
raccomandava al medico di riempire le proprie narici con del tabacco o
con della ruta o con qualsiasi altra erba dall'odore intenso allo scopo
di combatter i miasmi e di impedire il contagio. (vedi "Medico
degli appestati")
L'ammalato doveva
essere tenuto molto pulito, la sua camera doveva essere irrorata spesso
con aceto o qualunque acido forte.
Il medico doveva poi
evitare di respirare l'aria emessa dai polmoni del paziente e dopo la
visita doveva cambiare l'abito e lavarsi accuratamente le mani per
impedire la propagazione della malattia.
Se al termine
"miasmi" noi sostituiamo la parola "microbi" o
"virus"
ci troviamo di fronte ad un testo di igiene molto evoluto per l'epoca
(che potrebbe essere preso d'esempio anche oggi)
di cui i contemporanei non hanno molto tenuto conto. Vedi più sotto
asepsi chirurgica- Pasteur ecc.
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Nella seconda metà
del 1800 due avvenimenti hanno rivoluzionato la chirurgia: l’anestesia
di cui si è parlato in altra pagina e la sterilizzazione.
Fino ad allora la
mortalità chirurgica era altissima, la setticemia colpiva il 90% degli
operati per la totale mancanza dei più elementari criteri di igiene:
spesso il chirurgo iniziava ad operare dopo aver effettuato un’autopsia
con le mani ancora sporche per l'intervento precedente e si racconta che i giovani medici
passeggiassero tra le corsie con i grembiuli sporchi di
sangue perché questo dava loro prestigio.
I pionieri
dell'antisepsi e dell’asepsi come Semmelweiss, Lister, lo stesso Pasteur ed
altri hanno dovuto subire feroci attacchi da parte della classe medica
più ottusa e conservatrice che opponeva irrazionali resistenze anche di
fronte all’evidenza della drastica riduzione di mortalità in quei
reparti in cui si praticava un minimo di igiene.
Lister e
Championnère proposero di bonificare le sale operatorie mediante la
nebulizzazione di acido fenico, efficace come antisettico ma col tempo
nocivo per i chirurghi che erano costantemente avvolti da una nuvola di
questo prodotto irritante. |
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Il Prof. Giuseppe Ruggi (1844 - 1912) Ordinario di
Clinica Chirurgica a Bologna ed a Modena fu tra i primi in Italia ad
adottare le pratiche di sterilizzazione.
Riporto
alcune pagine tratte dal suo libro:
RICORDI DELLA MIA VITA dove egli evidenzia l'efficacia della
nebulizzazione antisettica di Lister ma anche gli inconvenienti per il personale
della sala operatoria.
E' interessante osservare nella nota di
fondo della pagina il riferimento ad
Agostino Bassi quale precursore di Pasteur.
Sotto Il nebulizzatore adottato da
Ruggi.
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Questa incisione di William Weston
Cheyne, (National Library of Medicine , Bethesda) , intitolata "
Chirurgia Antisettica" mostra in quali condizioni avvenivano gli
interventi chirurgici così detti "antisettici".
Possiamo notare che già si
erano prese alcune precauzioni per ridurre l'inquinamento batterico: il
nebulizzatore di Lister che irrorava il campo operatorio e la piccola
bacinella accanto al paziente in cui erano verosimilmente immersi in
acido fenico gli strumenti chirurgici.
Gli operatori erano in tenuta da
città con giacca e cravatta: da notare un cappello e forse un cappotto
appoggiati sul davanzale della finestra.
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Sostanzialmente questi
apparecchi erano molto simili ai
nebulizzatori utilizzati per inalare dei medicamenti; erano
solo molto più grossi, alti circa 35 cm, avevano un fornello ad
alcool con fiamma regolabile e con una caldaia per l'acqua più
capiente, a questa erano collegati 2 erogatori orientabili da
cui usciva l'acido fenico nebulizzato misto a vapor acqueo.
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Nebulizzatore di Joseph
Lister (1827-1912) in ottone a doppio erogatore Marcato E. Haran Paris -
1880 ca - a lato immagine tratta dal catalogo Aubry. |
Nebulizzatore di Lucas Championnière.
(1843-1913) modello
medio con caldaia sferica - Praticamente non vi è differenza tra
l'apparecchio di Lister e quello di Championnière, cambia solo
l'attribuzione a seconda dei cataloghi; il catalogo a lato è di J. De La
Croix. |
Nebulizzatore di Lister con doppio
erogatore ma con unico rubinetto - a lato immagine dal catalogo Maison
Mathieu dove vengono illustrati 2 diversi erogatori: di Championnière in
alto e di Lister in basso.
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Oltre all'acido fenico si scoprì che
anche i vapori di aldeide formica (formalina) avevano un forte potere
antisettico tuttavia questi gas erano tossici per inalazione; si
costruirono degli apparecchi come quello presentato
più sotto per la sterilizzazione delle sale operatorie: ad intervalli
regolari le sale venivano chiuse ermeticamente per 12- 24 ore, gli
apparecchi venivano accesi e l'ambiente veniva saturato di vapori di
formalina. |
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Grosso apparecchio per la
disinfezione di sale operatorie o di grandi ambienti della ditta
Aesculap Schering, per la sua forma e per la sua altezza (45 cm) era stato soprannominato "il faro".
E' composto da una base metallica su cui
appoggia una lampada ad alcol a 7 fuochi, segue poi una struttura
tronco-conica che supporta un cilindro nero in legno attraversato da
parte a parte da numerosi fori. Le pastiglie di formalina erano
probabilmente distribuite sopra i fori e sublimavano per effetto del
calore sottostante. E' un apparecchio abbastanza raro, la sua
costruzione dovrebbe risalire alla fine del 1800.
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Immagini del generatore di
formaldeide tratte da diversi cataloghi: è possibile notare come questo
apparecchio fosse diffuso sia in Europa che negli Stati Uniti. Catalogo Charles Lentz & Sons 1906 -
Catalogo Armstrong & Co 1901 - Catalogo Samo Bologna. |
Sul n° 30 della
rivista gratuita on line Clystère è stato pubblicato un articolo
di Jacques Delenne che descrive un apparecchio del tutto identico al
Schering Formol chiamato Formolateur e commercializzato dalla Ditta
Hélios.
Delenne J. : Le formolateur.Clystère (www.clystere.com),
n° 30, 2014
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Apparecchio Italiano per disinfezione
mediante formaldeide liquida. E' composta da una struttura cilindrica,
da un bruciatore a 3 fuochi e da un contenitore per la formalina; e'
alto 28 cm. E' databile probabilmente all'inizio del 1900.
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Allo scopo di purificare dai germi l'aria delle camerate
d'ospedale, il farmacista Maurice Berger, attorno al 1850 depositò il
brevetto di una lampada che prese il suo nome. Era composta da un
semplice contenitore di vetro riempito di alcol e sormontata da uno
stoppino nel cui interno vi erano dei fili di platino. Si accendeva la
fiamma per qualche minuto allo scopo di arroventare il platino poi
la si spegneva ma la
combustione catalitica proseguiva creando un movimento ascensionale
di aria calda che avrebbe dovuto permettere (in teoria) la purificazione
degli ambienti; una miglioria successiva fu l'aggiunta di essenze
profumate a scopo deodorante. L'immagine a lato è tratta dal catalogo
Trémont - 1899; la lampada Berger è chiamata Lampe Thermo-Hygiénique
La sua funzione ospedaliera venne presto abbandonata, la
lampada ottenne invece attorno al 1920-30 un grande successo come diffusore di
essenze, successo che dura
anche oggi; quella pubblicata sopra è una versione relativamente
recente (1930-50) marcata Tharaud - Limoges .
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Che il calore avesse la capacità di
bonificare gli strumenti chirurgici era già conosciuto da tempo tuttavia
dato che non si conosceva ancora l'esistenza dei microbi, questo procedimento
veniva
usato solo in casi eccezionali, sopratutto per la manutenzione e la pulizia degli
strumenti piuttosto che per la salvaguardia dei pazienti. E' bene
ricordare che molti strumenti erano fabbricati con materiali che con il
calore si sarebbero deteriorati; questo particolare ci permette di
stabilire che tutti gli strumenti con parti di legno od avorio erano
sicuramente anteriori all'epoca della sterilizzazione. |
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Interessante fascicolo di 8 pagine
con la descrizione accurata di un apparecchio per la sterilizzazione di
oggetti infetti mediante il vapore a pressione. Questo apparecchio
permetteva di ottenere temperature fino a 112°C ed è stato un
progenitore delle autoclavi che verranno utilizzate nel secolo
successivo. Si deve la sua progettazione al Dott. Abba ed all'ing.
Rastelli - Torino 1895
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Stufa termostatata per
sterilizzazione a secco |
Stufa termostatata in rame per la
sterilizzazione a calore secco: 27 x 20 x 18,5 cm. Il riscaldamento avveniva attraverso un
becco Bunsen ed era controllato da un termometro; un raffinato sistema
termo-meccanico visibile sul catalogo Armstrong (1901) permetteva di
dosare l'afflusso del gas al bruciatore. |
Piccola stufa termostatata in rame:
19 x 19 x 25 cm della ditta Carlo Erba - Milano. E' un apparecchio del
tutto simile al precedente
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Contenitore per la sterilizzazione di
bendaggi e garze. I fori laterali venivano aperti quando la scatola era
messa in autoclave ed erano poi chiusi al termine del ciclo di
sterilizzazione per impedire l'ingresso dell'aria. Catalogo Duffaud et C. 1934
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Bollitore portatile ad alcol
probabilmente per la sterilizzazione di siringhe |
Sterilizzatore portatile ad alcol per
strumenti: trocard, lancette, aghi.
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Sterilizzatore portatile cilindrico
marcato Kuick
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Sterilizzatore portatile per ferri
chirurgici
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Sterilizzatore per strumenti ad alcol
marcato Thenot Paris probabilmente ad uso militare
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Sterilizzatori ad alcol in vetro
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Sterilizzatore elettrico con
termometro |
Sterilizzatore da astuccio "Le
Sanitaire" |
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