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Il
28 dicembre 1895- Roentgen da l’annuncio ufficiale
della scoperta dei raggi x al presidente della Physical Medical Society di
Wurzburg; iI 12 aprile 1898
Marie Sklodowska Curie annuncia alla Académie Des Sciences di Parigi la
scoperta del Polonium - Radium.
Due date che segnano una
svolta nella storia della medicina.
Come per l’elettricità
la scoperta di queste misteriose energie ha dato origine a nuove terapie e
a nuovi apparecchi più o meno validi; anche qui accanto a
studiosi e ricercatori seri si sono affiancati numerosi ciarlatani che
hanno cercato di far soldi sfruttando l’entusiasmo e
la buona fede dei pazienti; però, se con l’uso dell’elettroterapia
si sono avuti pochi risultati terapeutici ma non si è mai danneggiato il
paziente, con la somministrazione indiscriminata
di raggi x e di prodotti radioattivi si sono
provocati spesso gravi danni.
Segnalo la pubblicazione integrale sul mio sito del volume
"I
raggi Röntgen"
con i primissimi esperimenti di radiografia in Italia.
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Spero di fare cosa utile
pubblicando integralmente le pagine del piccolo libro "I RAGGI
RÖNTGEN" di M. De Ciutiis del 1896 ( L'annuncio della scoperta dei
raggi x è del dicembre 1895). E' molto interessante leggere le prime sperimentazioni e
la storia della prima radiografia effettuata all'ospedale militare della
Trinità di Napoli dal colonnello medico Giuseppe Alvaro sul braccio di un soldato, Alfredo Musiani, ferito nella
battaglia di Mai-Maret.
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Francobollo commemorativo emesso dalle Poste della Deutsche Demokratische Republik nel
1965. |
Francobollo emesso dalla
Finlandia in occasione del centenario della scoperta dei
raggi - 1995 |
Francobollo emesso
dall'Italia in occasione del centenario della scoperta dei
raggi - 1995 |
Francobollo commemorativo
emesso dalla regione autonoma Transkei - Sud Africa - 1984 |
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A 15 anni: il mio primo tubo Coolidge ad anodo
fisso........e
ciò che rimane dopo una rovinosa caduta: il pesante anticatodo.
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Tubo RX tipo focus su supporto in legno - nella seconda foto è stato
applicato ad un rocchetto di Ruhmkorff |
Le vecchie apparecchiature Rx con
tubi tipo Focus richiedevano lunghi tempi d'esposizione. Come è
possibile osservare nei temporizzatori elettrici sopra pubblicati, i
tempi massimi arrivano a 60 ed a 120 minuti. |
Un notevole miglioramento delle
apparecchiature Rx si è ottenuto con i nuovi tubi radiogeni tipo
Coolidge; il catodo (-) è composto da un filamento come nelle valvole
termoioniche, l'anodo (+) all'opposto dell'ampolla è costituito da un
disco bersaglio in metallo pesante che presenta un'angolazione di 30-45°
rispetto al fascio di raggi catodici da cui è investito. Il controllo da
parte dell'operatore sia della tensione che della corrente permette di
ottenere dei raggi x duri o molli (meno penetranti) a seconda della
necessità. |
Grosso ed antico tubo
Coolidge. 50 cm - Gaiffe - 1918 Fotocopia del brevetto
originale del tubo Coolidge - 1916 |
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Tubo Rx Massiot et Cie -
Générateur à rayonsX dans l'air de grande puissance - Tubix R 2731 -
56 cm. - Datation 1948 |
Purtroppo per l'imperizia del venditore questo magnifico tubo
è arrivato rotto; ho cercato di recuperarne i pezzi e di esporli per
evidenziare la struttura interna. |
Machlett xray tubes tipo "tennis ball"
Stati Uniti con valvola raddrizzatrice
HT |
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Grosso tubo Coolidge
ad anodo fisso con aletta di dissipazione calore -
Comet Italia. cm 40. |
Tubo Rx Coolidge ad anodo fisso
con anticatodo a foro passante
Fastriba (?) - 35 cm. |
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Moderno tubo Rx Coolidge diagnostico ad anodo rotante |
Moderno tubo Rx diagnostico
ad anodo rotante |
L'anodo dei grossi tubi Rx è
sottoposto ad un notevole stress termico, un sistema per evitarne un
veloce deterioramento è di farlo ruotare: un induttore esterno al tubo
combinato con un rotore interno ne permette la rotazione. (lo schema è
ripreso dal web). |
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Tubo RX dentale . 18 cm. |
Coppia di tubi RX dentali
anticatodo passante |
Apparato
completo RX dentale: Ritter A.G. Karlsruhe 50Kv 10mA.
1950-1960. |
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Antico fluoroscopio in ottime condizioni, fine
1800 inizi 1900; lo schermo al platinocianuro di bario, marcato Patterson è
racchiuso tra un sottile schermo nero anteriore e una spessa lastra di vetro
posteriore.
Il vetro è probabilmente al piombo per impedire
ai raggi x di danneggiare gli occhi dell'operatore.
Anche la lastra di gomma al piombo davanti
all'impugnatura doveva servire ad una maggiore protezione della mano.
A fianco in una antica fotografia è
evidenziato l'uso del fluoroscopio.
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Nel 1896 un Italiano, il Prof. Salvioni, progettò
un apparecchio chiamato CRIPTOSCOPIO che può essere considerato il progenitore
del FLUOROSCOPIO descritto a pag 13 del libro "I
raggi Röntgen".
Nel sito del Museo Virtuale di Fisica
Medica è pubblicato un interessante articolo sull'uso della radiologia
nelle ferite di guerra dei primi del 1900 con la descrizione
particolareggiata di un apparecchio radiologico militare esposto al
Museo Militare di Rovereto con riferimenti al dott Giuseppe Alvaro ed al
Criptoscopio del Prof Salvioni già citati nel volume del De Ciutiis:
https://www.fisicamedica.it/museo-virtuale
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Piccolo
opuscolo di promozione degli strumenti della ditta Emilio Resti di
Milano; è interessante notare come l'uso dei Rx fosse considerato un
gioco scientifico e non si dubitava minimamente della loro pericolosità.
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Contenitore di sali per lo sviluppo
di lastre radiografiche - Ditta Lumière - Paris-Lyon.
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Piccolo
contenitore in piombo per il trasporto di aghi radioattivi (?) - Oggetto
misterioso. |
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Sarò molto grato a
chi potesse darmi delle informazioni sull'uso di questo oggetto: mi è
stato venduto come antico contenitore per il trasporto di materiale
radioattivo ad uso medico ma questa ipotesi non mi convince affatto.
E' di forma tronco
conica, alto7 cm con un diametro alla base di 2 cm e con una parete di
piombo spessa circa 0,7 mm; il tappo superiore sempre in piombo si
avvita strettamente al flacone e porta infisso un appuntito ago di
ferro. Non vi è traccia di radioattività.
La fattura è
piuttosto grossolana ma la filettatura e la chiusura sono molto
accurate.
Ammesso che servisse
per contenere del materiale radioattivo, qual'era allora la funzione
dell'ago interno?
Spero in qualche
segnalazione utile.
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Il dr Sergio Pandolfi
di Pesaro, mi ha inviato una mail relativa al contenitore in piombo con
una sua ipotesi che pubblico integralmente:
"Egr. dr.
Rocchini, a mio modo di vedere si potrebbe trattare di un contenitore
per liquidi corrosivi cui il piombo è resistente. Vedere
"Caratterizzazione del Piombo" su google. La bacchettina servirebbe solo
per raccoglierne per adesione una piccola quantità da usare per saggi o
toccature di vario tipo, senza venirne a contatto. La forma conica
oltre al peso dl Pb assicura buona stabilità. 0,7 mm. mi sembrano
pochi per una buona radioprotezione. Comunque è una mia ipotesi. Un
cordiale saluto. Dr. Sergio Pandolfi - Pesaro"
(Risposta: la
"bacchettina" è in materiale ferroso quindi aggredibile da liquidi
corrosivi ed è appuntita all'estremità per cui penso che questa ipotesi
non sia del tutto valida; comunque grazie.)
Con l'occasione
segnalo il suo interessante sito :
Fondo per gli Studi
di Storia delle Scienze - Pesaro:
www.storiascienzatecnica.it In questa collezione sono esposti rari
ed antichi strumenti di Medicina, Radiologia , Farmacia, Astronomia ,
Chimica, Fisica, Meccanica, ecc.
Risolto il mistero
grazie alla segnalazione di Antonio Cattivera: Questo oggetto è
un oliatore per fucile risalente alla seconda guerra mondiale.
Antonio Cattivera mi ha inviato una foto di un suo contenitore
del tutto simile al mio e la foto di altri 5 oliatori di un
collezionista indicati come "Oliatori per armi modello 1891"
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Tabella con tempi di posa per RX -
1898 |
Tutte le immagini sono
tratte da opuscoli o libri d'epoca che fanno parte della collezione. |
Due interessanti stampe di inizio
1900 con la rappresentazione dei primi apparecchi radiologici.
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Immagini tratte da "La Presse
Médicale" del 1953 - La Photographie De L'Invisible 1896. |
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Museo Curie di Parigi, piccolo ma molto interessante. |
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La pericolosità delle
radiazioni ionizzanti è stata evidenziata solo alcuni anni dopo la loro scoperta;
teoricamente il radium e i suoi sali si prestavano
benissimo all'impiego terapeutico sia topico che sistemico, nascevano
così creme e compresse radioattive o bevante energizzate con
radon. Come è possibile leggere più sotto, non
vi era patologia che non potesse essere curata con questi prodotti.
Tutto ciò è continuato fino ad epoche
abbastanza recenti (1930-35). Questo è stato anche il periodo della grande corsa
alle località termali che potevano vantare un'alta radioattività naturale:
i fanghi e le acque radioattive diventarono un imperativo per i VIP del
tempo.
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I Radium Emanatori hanno
avuto un notevole successo in Europa e negli USA fino verso la metà del 1930 poi,
essendosi evidenziata la loro pericolosità, sono stati
definitivamente abbandonati.
Molti pazienti
dichiaravano un immediato stato di benessere, dovuto essenzialmente all'effetto
placebo ma nel giro di qualche anno erano colpiti da gravi patologie tumorali.
Gli apparecchi europei
avevano per la maggior parte una struttura metallica pesante e una veste
professionale; l’elemento radioattivo era costituito da una piccola
capsula contenente sali di radium, il tutto era a diretto contatto con
l'acqua a cui veniva ceduta l"emanazione" ossia il gas radon che
veniva prodotto;
quelli americani invece si presentavano come semplici brocche
ceramiche nel cui impasto erano stati inglobati dei sali di radium.
(Revigator-
Non fa parte della collezione) |
I radium-emanatori sono
apparecchi rari e ricercati dai collezionisti; consiglio però molta
prudenza prima di un eventuale acquisto: possono essere molto pericolosi
perché ancora radioattivi; bisogna sempre accertarsi che lo strumento sia stato
bonificato per non mettere a repentaglio la propria e
l'altrui incolumità.
I miei apparecchi sono inerti: due esemplari praticamente identici sono
visibili al Museo Curie di Parigi.
Per un
approfondimento consiglio la consultazione del sito:http://www.orau.org/ptp/museumdirectory.htm
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Radium Emanatore "Emanateur
Radiogène" |
Raro ed interessante
apparecchio Emanateur Radiogène, 1930 - 35. Francia. All'interno dell'apparecchio vi era una
capsula con i sali di radium: dall'alto veniva versata l'acqua da
attivare; scendendo questa veniva a contatto con il gas radon prodotto
dal decadimento dei sali di radium; dopo un tempo di permanenza più o
meno lungo veniva recuperata attraverso il rubinetto per essere bevuta
come ricostituente....
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"Emanatore Radium" - MIlano |
L'"Emanatore Radium" è del tutto identico
al precedente ma è stato prodotto in Italia dalla ditta RADIUMCHIMICA
ITALIANA di Milano. La ditta dichiarava una produzione di 5000 unità
mache ossia l'equivalente di 1800 pico Curie di emanazione in 24 ore.
Il mache era
un'unità di misura (ormai abbandonata) del contenuto di radon nelle
acque minerali; 1 mache corrispondeva a 364 pCi (pico Curie) di radon
222 per litro d'acqua
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Radium Emanatore Erco Francese |
Apparecchio di costruzione
francese, massiccio e pesante; il rubinetto porta le diciture: Remplir -
Fermer - Vider.
La tazza superiore è dorata
all'interno, tutto l'apparecchio è invece cromato; sono stati costruiti
anche alcuni esemplari di identica struttura ma in metallo argentato. |
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Vetrina del
Museo
Curie di Parigi con 2 radioemanatori identici a quelli della
collezione.
(Per gentile concessione della Direzione
del Museo)
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Radiovitale Italia |
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La Santé par le Radium |
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La Santé par le Radium |
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La Santé par le Radium |
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La Santé par le Radium |
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Larousse Medical Illusté |
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http://www.dissident-media.org/infonucleaire/radieux.html
Bilancia
Magnetica di P. Curie e C. Chéneveau
Rara bilancia di Pierre Curie per la
determinazione delle costanti magnetiche dei corpi. Pur non essendo uno
strumento strettamente medicale esso è servito anche per lo studio del momento
magnetico dei sali di radium. Le 2 fotocopie sono tratte dal documento
ufficiale presentato alla Société Française de Phisyque il 3 aprile
1903. - Questo strumento non fa più parte della collezione.
Un sentito ringraziamento a Renaud Huynh
Direttore del Museo Curie di Parigi per la sua gentile collaborazione e
disponibilità.
Strumento militare del Ministero della
Difesa Nazionale della DDR (Ministerium fur Nationale Verteidigung) per
il controllo della radioattività ambientale in caso di attacco nucleare:
siamo in pieno periodo della guerra fredda tra il blocco occidentale e
quello sovietico.
E' uno strumento d'emergenza
completamente autonomo, non necessita di batterie perché l'alimentazione
è fornita da una dinamo manuale. La misura del fondoscala va da 0,25r/h
a 50r/h; questi valori sono estremamente elevati: anche una breve
esposizione poteva provocare gravissimi danni.
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Dopo il disastro di
Cernobil del 1986, nei Paesi del blocco sovietico sono stati distribuiti
numerosi contatori Geiger a scopo preventivo-sanitario, per la misurazione della radioattività
ambientale e per il controllo della contaminazione dei cibi; nel
libretto d'istruzione per l'uso viene spiegato dettagliatamente come procedere
nell'esame degli alimenti.
Nella
foto 1 il contatore sta leggendo il valore di raggi gamma (0,147 mRh)
emessi da un frammento di porfido uranifero proveniente dalla discarica
di una miniera abbandonata
- foto 2.
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Testa rivelatrice
di un apparecchio abbastanza recente: serviva per la misurazione di
radioisotopi per uso medicale.
E' composto da un pesante blocco di piombo
in cui è inserito un sensibile fotomoltiplicatore e un cristallo di
ioduro di sodio drogato con torio. Nella finestra cilindrica in basso veniva
introdotta la provetta con il prodotto in esame; in presenza di
radioattività il cristallo emetteva dei debolissimi lampeggi che
venivano rilevati dal fotomoltiplicatore; questo li convertiva in impulsi
elettrici e li inviava all'elettronica di conteggio.
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Apparecchio relativamente
recente (Stephen 1983) usato per determinare il quantitativo di
radiazioni assorbite in un arco di tempo dal personale addetto
alla manipolazione di materiale radioattivo o di raggi X.
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Moderno dispositivo elettronico a
finestra esagonale. La testa di misura completa comprende numerose unità
di questo tipo affiancate l'una all'altra.
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