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Nel 1700 e per tutto il
1800 il medico cinese non aveva il diritto di guardare o toccare il
corpo di una sua paziente perciò per formulare una diagnosi doveva fare ricorso ad una statuina
rappresentante un nudo femminile: su questa la paziente indicava il
punto dove aveva un dolore o un disturbo.
Alcune di queste statuine
sono delle piccole opere d’arte, perfette in ogni dettaglio;
caratteristica abbastanza standardizzata è la posizione del corpo: è
adagiato a trequarti su un supporto solitamente in legno, un braccio è
appoggiato dietro la nuca, l’altro è ripiegato poco sotto il seno o
lungo il corpo ed è quasi sempre ornato con un bracciale, i piedi sono
calzati da minuscole scarpe (bisogna ricordare che in quell’epoca in
Cina era
in uso la deformazione del piede femminile a scopo estetico (vedi foto).
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Il medico ricco possedeva
una statuina in avorio come quella pubblicata a lato, quello povero doveva accontentarsi di una in
legno o in ceramica. Queste "bambole medicali" sono rare e molto
ricercate dai collezionisti. 14 cm. |
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Statuina in ceramica di fattura
piuttosto grossolana, anche in questa sono presenti i bracciali e le
scarpe. Cm 21. Medico povero.... |
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Raffinata e maliziosa statuina in
avorio abbastanza atipica, non ha scarpe ne bracciali e porta un
perizoma. E' molto curata nei particolari; probabilmente è una "Femme Médecin"
di qualche regione non strettamente legata alla
tradizione cinese. Cm 10,5.
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Bambolina in avorio che presenta
tutti i canoni delle poupées cinesi: il braccio dietro la testa e le
minuscole scarpe; gli occhi hanno conservato la colorazione originale e
qualche residuo di nero è presente nei capelli. E' anche evidente la
somiglianza con la bambolina precedente: il perizoma,
l'acconciatura dei capelli molto elaborata e il letto con le doghe orrizzontali. 10,5 cm.
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Per restare nell'
ambito della medicina cinese viene pubblicato un antico testo di
agopuntura ed alcune pagine tratte da libro:
”Elementi di Chirurgia” del 1831 di A.G.Richter in cui l’Autore dà
alcune informazioni su questa metodologia ed espone le sue osservazioni.
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Pesante tutore in
ferro per la gamba sinistra; il tipo di lavorazione e di fissaggio dei
vari pezzi fa propendere per una datazione molto antica .
I chiodi ribattuti all’interno del manufatto trattenevano
probabilmente una guaina di cuoio per proteggere il lato posteriore
della gamba e parte del piede.
La lunghezza del manufatto dal tallone al
ginocchio è di 50 cm, si può quindi dedurre che la persona che doveva
indossare
di questo tutore fosse molto alta e robusta; la base
plantare è sagomata per il piede sinistro, è lunga 19,5 cm e non copre la
zona delle dita.
Lo stato di conservazione non è ottimale.
Altre immagini:
Chirurgia - antico tutore gamba
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12 belle immagini di sanitari e di
strumenti medico-chirurgici di varie epoche. Stampe originali del
pittore Cecoslovacco Vasje Homegger Lareater (1877- 1943) realizzate nei
primi anni del 1900. |
L’immagine
è conosciuta come "Il Medico degli Appestati"(
Habit des médecins des pestiférés);
è un' antica stampa xilografica pubblicata da "Magasin Pittoresque" nel 1841 e
ripresa dal frontespizio del libro: "Traité de la Peste" del 1721. |
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(Traduzione)
“Su questa stampa che serve da frontespizio al “Trattato
della Peste” (1721) vi è scritto:
Abito dei medici e delle altre persone che visitano gli
ammalati di peste.( L’abito) è di marocchino di Levante; la maschera ha
gli occhi di cristallo e un lungo naso riempito di profumo."
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Quando
l’arte medica non rispondeva ed il Divino non voleva fare il miracolo si
poteva ricorrere all’esoterismo "scientifico". La potenzialità
terapeutica di questi oggetti era legata all'aura di mistero che
circondava le nascenti scoperte come l’elettricità e le radiazioni. |
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Louis Turenne, 1872
– 1954 ingegnere parigino, era titolare di una ditta che produceva
pompe idrauliche e che effettuava la trivellazione di pozzi. La frequentazione
con i rabdomanti che spesso utilizzava per le ricerche dell’acqua e la
sua passione per le recenti scoperte delle onde elettromagnetiche lo
portarono a sviluppare una teoria secondo cui tutti i corpi emanano
delle onde a frequenze ben definite. Allargando queste sue teorie anche
al campo medico, costruì dei “catalizzatori” contenenti delle polveri
attivate che a suo dire, ricaricavano l’organo ammalato.
I 4 catalizzatori
della collezione risalgono alla prima metà del 1900.
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Questo
strumento chirurgico non è legato ad una patologia ma ad una ritualità
religiosa. Era
un antico scudo protettivo del glande usato in occasione della cerimonia
ebrea della circoncisione; il prepuzio del neonato veniva tirato verso l'alto ed
inserito nella fessura mediana dello strumento, il coltello lo recideva
seguendo la superficie superiore dello scudo (vedi il disegno).
Il catalogo dove è pubblicato uno
strumento simile è l' Hatteroth Surgical House del 1908.
Lo scudo è in argento, lungo 7,5 cm e
largo alla base 5 cm. |
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Questa piccola palla
di piombo è un proiettile della guerra di secessione americana;
presenta sulla superficie delle incisioni che sicuramente non derivano
da deformazioni da impatto ma sembrano dovute a violenti morsi. Dato il
luogo dove è stato trovato, un improvvisato ospedale in una casa
colonica e le condizioni sanitarie di allora, è nata una suggestiva e
drammatica ipotesi cioè che esso sia stato usato come oggetto che il
ferito stringeva tra i denti durante l’intervento chirurgico o la
medicazione (non
esisteva l’anestesia) per soffocare i gemiti; sembra infatti che i
militari di carriera preferissero mordere un proiettile di piombo
piuttosto che un pezzo di legno o di stoffa come era d'uso.
Rimando per
informazioni più dettagliate alla pagina "Chirurgia".
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Un certo Samuel Auguste Tissot (1728-1797) dottore in Medicina
svizzero ha pubblicato nel 1760 un libro dal titolo ”Onania”,
“L’Onanismo” dove enumera spaventose patologie causate dalla perdita più
o meno volontaria di liquido seminale; questo libello ha avuto un grande
ed incomprensibile successo editoriale in tutta Europa, di conseguenza
ha terrorizzato generazione di uomini per circa 2 secoli.
Quanto questo ciarlatano fosse in malafede e come il suo
interesse fosse esclusivamente commerciale è avvalorato dal fatto che al
termine del libro proponeva l’acquisto di alcuni farmaci miracolosi da
lui inventati contro la spermatorrea e l’onanismo: una “Teinture
Revigorante” e una “Poudre Prolifique” .
Purtroppo queste sue teorie assurde e prive di alcun
fondamento scientifico hanno trovato in quell’epoca sessofobica,
numerosi sostenitori anche in campo medico ed hanno portato alla
progettazione di strumenti demenziali alcuni dei quali sono pubblicati
più sotto.
L'immagine a lato è tratta dal web.
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Questo strumento contro la spermatorrea era munito di 2
anelli coassiali, il primo più piccolo veniva agganciato alla
radice del pene quando era in stato di flaccidità, il secondo
interveniva quando un’erezione faceva aumentare il diametro della
verga, di conseguenza le punte dell’anello vi penetravano provocando
dolore ed un brusco risveglio e la soppressione di qualunque velleità
erotica.
Questo
strumento sembra sia stato inventato da un certo Gustav Feix attorno al
1870, il catalogo della ditta Tiemann
lo propone nel 1876 come anello contro la polluzione notturna,
qualche anno più tardi anche la ditta Armstrong lo inserisce nel suo
catalogo (vedi immagine più sotto). |
La
paura delle terribili conseguenze dovute alla spermatorrea ha fatto sì
che numerose ditte di strumenti medico-chirurgici fiutando l'affare
commerciale, lo hanno proposto con numerose varianti, nella foto in
basso è possibile confrontare due anelli di epoche diverse: nel primo
più recente, il gancio che determinava il diametro dell'anello grande è
stato sostituito da una rondella stringi-fascia che permetteva una più
facile regolazione.
Questi
anelli sono estremamente rari e molto ricercati.
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L'ipocrisia
sessofobica unita ad una falsa informazione scientifica ha portato un certo Albert V. Todd,
individuo sicuramente dalla mente malata, a concepire e brevettare una
specie di cintura di castità maschile: in caso di erezione il pene
avrebbe spinto il pistone contenuto nel cilindro il quale, spostandosi in avanti,
avrebbe attivato un campanello di allarme; purtroppo ho solo la fotocopia
del brevetto originale del 1903 e non lo strumento che avrebbe ben
figurato in un museo degli orrori assieme alle cinture di
castità femminili.
Molti medici
di allora, adeguandosi agli integralismi religiosi del tempo hanno
avallato la teoria secondo cui il canale spermatico avrebbe avuto una
stretta relazione con il midollo spinale quindi un’eccessiva attività
sessuale ma soprattutto la masturbazione avrebbe portato ad una
diminuzione del midollo stesso con gravi deficit fisici e mentali: il termine italiano “smidollato” deriva proprio da questa falsa teoria. |
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Anche in Europa l'imbecillità
puritana ha fatto le sue vittime. Non ho gli apparecchi anti-onanismo che sono pubblicizzati in questi cataloghi ma ho i documenti
originali. E' orribile pensare che questi strumenti erano applicati a
bambini e bambine per impedire che si "toccassero".
A parte il trauma psicologico questi piccoli erano spesso vittime anche
di fastidiose e gravi infezioni a causa dell'impossibilità di una
corretta igiene. La
pagina del volume "La Médecine Qui Guérit" è un chiaro esempio del
terrorismo sessofobico dell'epoca. |
Onanismo (Traduzione) - Non insisteremo più a lungo su questo
vizio vergognoso comune ai due sessi, noi segnaleremo soltanto i mezzi
per rimediarvi impiegando i nostri apparecchi speciali. Apparecchi contro l'onanismo -
L'impiego di queste cinture è indispensabile contro l'onanismo, vizio fatale per la gioventù che squilibra il cervello ed altera la
costituzione generale dell'organismo,- Apparecchio in nickel: 90 fr.
; apparecchio in argento: 130 Fr.
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Il museo degli
orrori e del sadismo (per non dire della criminalità) continua con
la pubblicazione di una recente acquisizione: una cintura di castità.
Da un punto di vista
puramente tecnico è un interessante manufatto in ferro battuto con una
lavorazione a caldo per la saldatura dei pezzi; lavorazione che oggi, a
detta di uno specialista da me interpellato nessun fabbro
farebbe più. La sua costruzione dovrebbe risalire alla prima metà del 1800,
quindi non in epoca medioevale come quelle esposte in vari musei.
Questa cintura
presenta due particolarità: la presenza nella fascia pubica di 3
aperture e non di 2, l’altra particolarità è dovuta
al diametro della cintura che è di 30 cm nella parte più larga e di 27
cm in quella più stretta, il che fa presumere che fosse destinata a una
persona di piccola taglia o non ancora adulta. Quindi, è sicuramente una
cintura di castità ma che ha probabilmente anche la finalità di impedire
la masturbazione: una ricerca ha confermato questa ipotesi; in epoca vittoriana infatti sono state
riproposte delle cinture di castità sia maschili che femminili proprio
per questo scopo copiando
quelle medioevali. L'immagine a lato mostra alcune cinture
medioevali ed è tratta dal libro: "La Génération Humaine" di Witkowski -
del 1881.
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In psichiatria
spesso si sono usati metodi di
costrizione violenti, le cinghie pubblicate ne sono un esempio;
provengono da un manicomio italiano del 1800 e dovevano servire a
contenere (od a punire) i ricoverati giudicati
ribelli o pericolosi. |
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François Mauriceau
(1637-1709) considerato in Francia il padre della moderna ostetricia
modificò la siringa in peltro da clistere munendola di una cannula che
seguiva la curva pelvica e terminava con un ovoide forato in più punti.
E’ incredibile ma inizialmente non fu ideata per scopi terapeutici ma
per battezzare nell’utero il nascituro quando si sospettava che questi
sarebbe morto; più incredibile ancora la disputa a proposito
della validità del battesimo che Mauriceau ebbe con un altro ostetrico suo
antagonista: Philippe Peu; quest’ultimo sosteneva che il battesimo in
utero era dubbio e che era meglio
estrarre il feto con l’uncino ostetrico
perché con questo mezzo vi era la possibilità che il neonato
sopravvivesse alcuni istanti, sufficienti a battezzarlo e salvargli
l’anima…. meglio non commentare…..
Queste siringhe sono
piuttosto rare e ricercate dai collezionisti soprattutto dopo l’esposizione tenuta
tempo fa a Parigi al Musée de L'Homme dal tema:
“
Naissances Gestes, Objets et Rituels” in cui
sono state esposte 2 siringhe battesimali. (vedi anche”Siringhe
Battesimali” alla pagina Irrigatori)
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L'ipotesi di essere sepolti ancora in
vita ha sempre terrorizzato le persone; oggi la tecnologia dovrebbe
garantirci da una simile eventualità ma nei secoli passati i mezzi a
disposizione erano piuttosto empirici; per accertarsi che il morto fosse
realmente tale si sono usati svariati sistemi, alcuni tragicomici come
quello segnalato più sotto per cui il becchino aveva il dovere di
morsicare l'alluce del defunto per verificarne il sicuro decesso.
Il revulsore di Baunscheidt (vedi anche
la pagina "Salasso e Vaccinazione")
era stato proposto oltre che per "terapia", anche per controllare
l'effettivo decesso di una persona: 33 aghi precedentemente immersi in
una miscela di olio, senape e pepe venivano "sparati" in una zona
sensibile del corpo del presunto defunto, se questi non aveva nessuna
reazione voleva significare che era proprio morto....
Riporto con la traduzione in Italiano,
parte di un articolo tratto da "Les Instruments d'Anesthésie et de
Réanimation" |
Le risque d'être enterré vivant a été une
grande
préoccupation dans les siècles
précédents, ainsi le croque-mort était chargé
de croquer l'orteil du cadavre afin
de
confirmer la mort. En 1848, le révulseur de Baundscheidt ou
Dermabioticons
était
supposé apte à «réveiller n'importe
qui, n'importe quand, en toutes circonstances». La
stimulation était faite par la
pénétration
brutale au niveau cutané de 33 aiguilles actionnées par un ressort! De
plus,
Baundscheidt conseillait d'enduire
la partie visée d'une huile irritante composée
de sinapsis nigra et de piper
nigrum. |
La grande preoccupazione dei secoli precedenti è
stata quella di poter essere sepolti vivi, per questo motivo
il becchino era incaricato di morsicare l’alluce del
cadavere (sic) per accertarne la morte. Nel 1848 il revulsore
di Baundscheidt o Dermabioticons è stato considerato utile
per “risvegliare chiunque, non importa dove, in ogni
circostanza”. La stimolazione era ottenuta dalla brutale
penetrazione nella cute di 33 aghi azionati da una molla! Per
di più, Baundscheidt consigliava di ungere la parte da
sottoporre al trattamento con un olio irritante composto da
sinapsis nigra et da piper
nigrum |
Se si immette la
parola “impotenza” su Google si troveranno ben 5.740.000 risultati di
ricerca contro i 4.730.000 per la parola “cancro”; questo vuol dire che
malgrado il sildenafil ed i suoi derivati questo problema è ancora oggi
estremamente sentito ed attuale.
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Fin dall’antichità
si è provato di tutto per vincere questa patologia o questa paura; una
breve ricerca sul web permette di constatare come la ciarlataneria ha
fatto e fa tuttora affari d’oro sfruttando il problema; ancora
in anni recenti si è fatto uso di strumenti e prodotti inutili se non
dannosi, ricordo per esempio la Sarsaparilla venduta all'inizio del 1900 in tutto il mondo
in grande quantità, la radice di mandragora, la polvere di corno di rinoceronte ancora
ricercatissima nei paesi orientali, la
cantaride
che ha provocato tante morti per le gravi lesioni renali e l’elenco non finirebbe mai.... |
Con
l'avvento dell’elettricità si è tentata una nuova terapia: si è pensato
che l'elettricità potesse “ricaricare” le persone che soffrivano di
impotenza. Sono
stati proposti numerosi apparecchi di
tipo faradico e galvanico corredati di specifici elettrodi; i risultati sono stati
ovviamente negativi tranne forse per alcuni casi di impotenza di origine psichica.
(vedi anche "Elettricità
e terapia dell'impotenza Londra 1780") |
Le cinture pubblicate sono state ideate verso la metà del 1800 sfruttando il
principio della pila di Volta: erano costituite da una catena di piccole pile
in cascata terminanti con 2 elettrodi a disco che si applicavano a
livello lombare, come aggiuntivo quasi tutte proponevano una specie di
cappio scrotale che fungeva da terzo elettrodo; tutte le cinture erano
quindi dei generatori di tipo
galvanico: per attivarle occorreva immergerle in una soluzione di acqua ed aceto
ed applicarle ancora umide alla cute. Ovviamente, malgrado l'odore di
aceto ne sono state vendute
grandi quantità in tutto il mondo.
A dimostrazione del successo di queste
cinture riporto a lato un brano tratto da "Madame Bovary " di Gustave Flaubert
e riferito alla cintura Pulvemaker - Grazie
all'amico Dott. Christian Carletti per la segnalazione.
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“(Il signor Homais) si
entusiasmò per le catene idroelettriche Pulvermacher; lui stesso
ne portava una, e la sera, quando si toglieva il panciotto di
flanella, la signora Homais restava abbagliata davanti alla
spirale d’oro sotto cui scompariva il marito, e sentiva
raddoppiare la sua passione per quell’uomo strizzato in catene
più di uno Scita e splendente come uno dei re magi”
(Gustave Flaubert, Madame
Bovary, 1856 - Parte terza, cap XI) |
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Addison's Galvanic Electric Belt
-
Cintura elettrogalvanica per la terapia dell'impotenza sessuale e per
altre patologie. Fine 1800. Vedi anche
elettroterapia
oppure click sulle immagini per essere inviati alle pagine relative.
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Sanden's belt - Click
sull'immagine |
Mc Laughlin's belt - Click
sull'immagine |
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Pulvermaker's belt - Click
sull'immagine |
Herculex belt - Click sull'immagine |
Tutte queste cinture galvaniche
sono basate sullo stesso principio della Addison's Belt; cliccando sulle immagini si
verrà indirizzati alle pagine descrittive relative a ciascuna cintura.
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Pubblicità di
fine 1800 Italiane e straniere rivolte agli uomini.
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Le vignette italiane
sono tratte dal Giornale Illustrato dei Viaggi del 1897; ovviamente i
nomi dei presunti inventori Wood e Dottor Carter Moffat sono del tutto
immaginari. |
Migliaia sono le guarigioni prodigiose
ottenute con la Catena Elettrogenica Wood composta da ben "25
elementi con piastra bimetallo genito-ricostituente" (sic) e più di
50.000 quelle con la cintura Elettrogalvanica della Salute del Dottor
Moffat. |
Sicuramente queste cinture non avevano
nessuna proprietà terapeutica ma
fortunatamente il loro uso non poteva provocare grossi danni:
probabilmente qualche piccolo
rossore cutaneo dovuto al costante contatto con l'acido acetico e con la debole corrente che la
cintura emanava. |
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Tutore della verga contro
l'impotenza. ...Altro
Viagra! - La fantasia dei nostri progenitori era veramente molto
grande! Questo strumento in metallo argentato doveva servire da
"stampella" in caso di necessità. E' stato messo in commercio verso
la fine del 1800 dalla ditta di strumenti chirurgici Mathieu: "..pour
remédier à l'impuissance assez commune due à une érection incomplète qui
s'oppose au coit" (come rimedio conto l'impotenza molto
comune dovuta ad un'erezione incompleta che impedisce il coito),
è stato poi tolto dai cataloghi successivi senza dubbio per gli
inconvenienti che esso deve aver causato: doveva essere introdotto con
il pene in vagina, poteva quindi provocare abrasioni o irritazioni sia
all'uomo che alla donna, poteva sganciarsi durante il rapporto, quanto
poi alla sua reale efficacia io ho serissimi dubbi....
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Restando sempre nell'ambito della
terapia dell'impotenza nel 1918 è stato messo in vendita un altro
apparecchio truffa: introdotto per via rettale riscaldava la prostata
riattivando un presunto
"cervello addominale"; altre informazioni alla pagina
Proctologia.
Era alimentato dalla rete elettrica; la
lampadina serviva per abbassare la tensione ad un valore accettabile per
la resistenza riscaldante.
Meglio non immaginare cosa sarebbe
successo in caso di cortocircuito...
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.. e perché non provare anche con la
radioattività?
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Sospensorio radioattivo.
Ovviamente non aveva nessun effetto terapeutico invece i danni sono stati spesso devastanti:
nella migliore delle ipotesi ha provocato delle mutazioni del patrimonio genetico degli spermatozoi,
nella peggiore ha scatenato un temibile tumore dei testicoli. Sono stati
proposti diversi tipi di sospensori: in alcuni i sali di radium erano
compresi nella tessuto, in altri (come in questo) vi era un sacchetto
aggiuntivo contenuto all'interno della rete scrotale. Ovviamente il
sospensorio della collezione è bonificato.
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...e come rispondere all'invito
malizioso di questa giovane donna?
Era sufficiente una terapia con
un prodotto radioattivo miracoloso: "Glans and Radium" e tutti i
problemi erano risolti! In pieno vigore come a vent'anni!
Mentre gli strumenti elencati sopra
erano delle vere e proprie truffe ma sostanzialmente non potevano
provocare danni, con i prodotti radioattivi si andava sicuramente
incontro a patologie drammatiche ed irreversibili.
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L'attività
terapeutica dell'Artemisia Absinthium è stata trattata alla pagina "Farmacia".
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La
foto rappresenta due antichi cucchiai per l'assenzio, la loro forma è molto
allungata per permettere l'appoggio sopra un bicchiere, la parte
centrale è allargata e traforata e vicino al manico vi è un incavo per
evitarne lo spostamento |
Ecco
come si preparava la bevanda: nel bicchiere si metteva un quantitativo
variabile di assenzio puro; sul
cucchiaio veniva posta una zolletta di zucchero che era sciolta molto
lentamente dall'acqua fredda versata da una brocca: la soluzione
zuccherina scendendo nel bicchiere
diluiva ed addolciva l'estratto di assenzio. |
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Il liquore
d'assenzio, la Fée Verte (la Fata Verde), così chiamato per il suo
colore verde smeraldo, verso la fine del 1800 divenne la bevanda
preferita dagli artisti parigini (*).
Probabilmente il suo
alto contenuto alcolico più che la sostanza psicotropa in esso
contenuta, il tujone, ha creato la convinzione che questo liquore
liberasse la mente dalla realtà quotidiana stimolando le capacità
creative; la suggestione collettiva e la moda ne hanno poi favorito ed
incrementato la diffusione.
Il famoso quadro di
Degas :"Absinthe" del 1876 (Museo d'Orsay - Parigi) rappresenta molto
efficacemente l'espressione staccata dalla realtà e gli occhi persi nel
nulla dei bevitori di assenzio.
Questo quadro
nasconde una simpatico risvolto: i due personaggi la donna in primo
piano e l'uomo a lato non erano come si potrebbe supporre degli
alcolisti all'ultimo stadio ma due amici del pittore quasi astemi che si
erano prestati a posare per lui ed a cui Degas aveva raccomandato di
assumere un'aria inebetita e persa nel vuoto.
(*)
Allan Poe, Budelaire, Crowley, Gaugin, Lautrec, Modigliani, Monet,
Picasso, Rimbaud, Van Gogh, Verlaine, Wilde, e molti altri.
http://www.galenotech.org/assenzio.htm
http://www.assenzio.info/faq/1115/che-cose-lassenzio.html
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“Presto i sali!”: era la
frase tipica nel 1800 quando una persona sveniva. Queste
lipotimie colpivano sopratutto le donne in locali affollati ed erano
spesso provocate da sindromi vaso-vagali a causa dei corsetti troppo
stretti (quando non erano simulate...). |
Ogni donna della borghesia
portava in borsetta un
piccolo contenitore con i sali di ammonio: il loro
odore acre e pungente faceva immediatamente riprendere i
sensi in caso di svenimento. |
Questi presidi
d’urgenza denominati “vinaigrettes”, ( vinaigre fr. - aceto it.) potevano essere dei semplici
flaconcini in vetro oppure delle preziose scatoline d’argento o d'oro. |
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Anche la strumentazione
medica può offrire a volte dei piacevoli oggetti: a lato sono
messe a confronto 2 antiche vinaigrettes: la prima è inglese in
argento del 1818 marcata John Shaw - Birmingham, misura
3,5x2,6x0,8 cm; la seconda a forma di "cipolla"
marcata Goteborg è anch'essa in argento (830) e proviene dalla
Svezia - 1871. |
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Piccola vinaigrette inglese (3
x 2 cm) in argento sterling 925 marcata Edward Smith registrata nel
maggio 1826. La foto a lato mostra le 3 vinaigrette della collezione. |
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La parte interna delle
vinaigrettes era dorata per proteggere l'argento dal contatto
con i sali che avrebbero potuto intaccarlo; le griglie,
solitamente molto decorate, si sollevavano da un lato per poter
inserire al loro interno una piccola spugna intrisa di carbonato
d'ammonio.
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Louis Bourdaloue (1632 -1704) era un gesuita francese diventato famoso
per i suoi interessanti ma interminabili sermoni che richiamavano grandi
folle di fedeli; molte erano le donne della borghesia che vi
assistevano assiduamente e parecchie di queste avevano problemi di cistite
o di incontinenza urinaria (patologie molto diffuse a quel tempo).
La
lunghezza delle prediche creava un grande imbarazzo a queste pazienti
che avevano spesso l’urgente necessità di urinare; fu allora ideato un
contenitore stretto, allungato, provvisto di manico e facilmente
occultabile sotto le ampie gonne in cui espletare l’impellente
necessità fisiologica senza abbandonare il proprio posto; la cosa era
facilitata dal fatto che a quell’epoca non si usavano le mutande e che
in chiesa vi era una netta separazione dei sessi: le donne da una parte
e gli uomini dall’altra.
Inizialmente questo strumento fu ideato per soddisfare alcune
improcastinabili necessità ma col tempo diventò una moda e fu
usato anche in tempi successivi, spesso a teatro nei palchi durante le
rappresentazioni o nei lunghi trasferimenti in carrozza; tutti gli
esemplari avevano la stessa inconfondibile struttura; alcuni erano molto belli, in metallo o in
ceramica decorata e in ricordo del grande predicatore vennero
chiamati ..."bourdaloue".
Il malizioso quadro di
François Boucher (1703 -1770) intitolato " La Bourdaloue"
testimonia la grande diffusione di questo strumento.
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Oggi i "bourdaloues" sono
diventati degli oggetti abbastanza rari, ricercati dai collezionisti e dai musei di
Storia della Medicina.
Questo a lato è in metallo smaltato, lungo 22 cm manico escluso, largo 9
cm e alto circa 8 cm; è di difficile datazione, è marchiato G.O con una
torre centrale e 2 figure laterali non ben leggibili.
Al
"bourdaloue" è accostata un’antica stampa dell’inizio
del 1800 con l’immagine del famoso predicatore.
P.S. - Prima di essere informato
sull’uso di questi oggetti, io ho sempre pensato che fossero
delle salsiere....
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Bourdaloue in ceramica decorata con
motivi floreali, proveniente dalla zona del Lombardo-Veneto. (1700-1800)
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Bourdaloue Italiani prodotti dalla
ditta S.R. Richard e dalla ditta Laveno. Questi contenitori pur
non essendo degli strumenti medici in senso stretto, sono tuttavia
legati all'igiene medica e mostrano come le patologie urinarie
fossero allora molto diffuse.
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Bourdaloue francese in ceramica con
marchio illeggibile; è probabilmente il più antico della collezione.
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Prima di pubblicare questi oggetti ho
svolto diverse ricerche perché l'attribuzione comune di
"trappola per le pulci" non mi convinceva completamente: i miei dubbi
erano suffragati dal fatto che in Francia oggetti simili erano usati
come contenitori di rosari o di ditali mentre in Germania ed in Inghilterra
erano indicati come trappole per pulci. Un amico antiquario ha in parte
chiarito i miei dubbi: a suo avviso quelli destinati a contenere rosari o ditali avevano
più o meno gli stessi motivi decorativi ma non avevano buchi passanti mentre quelli usati come trappole per pulci erano
traforati per permettere l'ingresso di questi parassiti: le pulci
venivano richiamate all'interno, rimanendo incollate, da pezzetti di
tessuto imbevuti di sangue e miele o sangue e vischio.
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Questo uovo di piccole dimensioni
(6,5x 3,5 cm circa) è stato ricavato dal frutto del Corozo o Tagua
(
Phytelephas macrocarpa ),
pianta delle regioni pluviali dell'Ecuador più nota come pianta
dell'avorio vegetale; la decorazione del guscio è tipica della metà del
1800; si dice che questi manufatti venissero realizzati dai reclusi dei
bagni penali. Le uova erano tenute in tasca o nascoste all'interno dei
vestiti. |
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Seme di corozo non lavorato |
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Manufatto in corozo a forma di pera,
le dimensioni sono più piccole del precedente (5,5x 3,5); probabilmente
era appeso al collo con una catenella;
altre trappole solitamente d'avorio e di
piccole dimensioni erano nascoste tra i capelli (delle parrucche).
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Rara trappola in avorio di medie
dimensioni (11 x 2,5 cm) con tracce della colorazione originale; è di provenienza tedesca e dovrebbe risalire
alla fine del 1700; normalmente, date le dimensioni, era tenuta in una tasca dell'abito o sotto
il guanciale del letto.
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Questo fermacarte di
fattura recente, offerto probabilmente come omaggio da qualche casa
farmaceutica, raffigura in forma stilizzata il "bastone di Aslepio
(Esculapio)"; nella
sua forma originale esso è in rappresentato da un bastone di legno con
un serpente attorcigliato e simboleggia le arti sanitarie.
Spesso il "bastone
di Esculapio"(fig.1) è confuso con il caduceo (fig.2) legato invece a
Ermes (Mercurio) che ha 2 serpenti contrapposti avvolti al bastone.
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Purtroppo dietro ad ogni strumento
della collezione si possono immaginare situazioni molto gravi
e tanta sofferenza; cerco perciò di tanto in tanto di alleggerire
l'atmosfera pubblicando qualche piccola notizia curiosa legata alla
storia della medicina. Lascio quindi indovinare al lettore la funzione
piuttosto strana di questi strumenti. Per controllare l'esattezza della risposta cliccare qui
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Non è facile immaginare a cosa
servisse questo strumento, suggerisco solo che serviva a prevenire la
vendetta del paziente...Per controllare l'esattezza della risposta
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